lunedì 19 novembre 2012

Tre ore, venti minuti e rotti.........

Prima di tutto i ringraziamenti.
Partiamo da Enzo e Luigi che, ad agosto, mi sono stati di stimolo quando non avrei avuto voglia di fare un passo.
Il mio gruppo di allenamento...Pilli,  Wise, 'sto Bastardo, Buffy, La Risorsa, Iltrampoliere, Luigi, Forci, Quadrotta, Edo, Oltralpe, Anna-Lisa.
Persone, amici di grande spessore umano con le quali ogni allenamento diventa sempre
fonte di qualche discussione divertente o interessante. Al pensiero di tutte le risate che ci siamo fatti negli ultimi mesi, mi prende l'impazienza di preparare subito una gara assieme a  loro.
La mitica Costy, che nel momento di maggior disperazione, si è presa a cuore il mio piede
e mi ha fatto passare gran parte del terrore e Franchino che mi vedeva soffrire senza fare una piega.
Il caro Renatuccio che anche stavolta era li a fare il tifo e passarmi gli zuccheri, pronto
per altri 20 anni di allenamenti insieme e consigli che continuerò a non ascoltare.
GLi Stoppre's family che mi hanno aiutato a crearmi 10 minuti di serenità prima della partenza.
Marco, suo papà ed Erika, che non sono mancati a darmi sostegno nel cuore della gara.
Diego, che è sbucato dalla piante e mi ha onorato di 5k in sua compagnia.
Don Mario, che era li pronto da una vita al cavalcavia.
Anche se non lo sa, la Maratona la corro anche un po' per far piacere a lui.
Fabio & i suoi cani, li a tifare in tre.
Amici & colleghi vari che mi hanno mollato un urlo anche se, stanco, non riuscivo nemmeno più
a riconoscere chi fossero.
Tutti quelli che si informano giorno per giorno e, prima o poi, qualche passo di corsa
cominciano a farlo.
La Gabry, che segue e incita col pensiero da Roma.
Last but not least.... le tipe, che mi aspettavano a casa oltre orario per portarmi a vedere un film atroce.
Mio Papà, che mi è sembrato più volte sentire da lassù mentre mi chiedeva in Piemontese di Langa, quello nostro, cosa stessi di nuovo combinando.
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Sofferente, zoppo, pesto, addolorato, un po' commosso, realizzato.
E' così  che sono arrivato alla fine della Maratona di Torino.
La maratona della maturità, sebbene chi mi conosce (tanto o poco) possa
pensare che il termine sia poco appropriato.
E poi quale maturità, se sono partito con un infortunio al piede che non mi lasciava quasi camminare?
Quella nel gestire la fatica e la delusione, una volta resosi chiaro che il tempo finale non sarebbe stato
da ricordare.
Quella nel decidere di continuare e tirare dritto da Piazza Rivoli, invece di prendere la metro e
tornare al traguardo col chip in mano.
Quella del fare comunque buon viso a cattivo gioco e godermi l'arrivo condividendo la gioia
di chi ce l'aveva  fatta, magari in condizioni peggiori delle mie (vedi Sarah o Fabio).
Quest'anno era tutto puntato per un 3°10' netto.
Poi un paio di errori credo di averli commessi (ci sarà una puntata apposita) e quindi
la cosa si era resa già potenzialmente più difficile.
La ciliegina sulla torta però me l'ha messa la fascite plantare che mi è uscita in fase acuta 9 (!!)
giorni prima della gara.
Fine anticipata delle speranze, ma ho deciso di partire comunque.
Bella temperatura, solo l'intoppo di qualcuno che vuole partire in prima fila andando a 10' al km
(sempre la solita, tra l'altro...).
Piccolo inconveniente al primo rifornimento, con la bottiglia che mi scivola per via dei guanti di
cotone che facevano poca presa.
Poco controllo della velocità nella prima parte, sintomo di scarsa concentrazione.
A Nichelino perdo Mirko, che si era aggregato prima.
In zona C.so Siracusa comincio ad sentirmi il quadricipite sinistro pesante, eccolo qua....
Al parco Ruffini sono gia stanco e inizia il lungo falsopiano e Grugliasco non arriva mai.
In effetti poi arriva, ma sono già stanchissimo; spero di riposarmi un po' su C.so Francia,
ma ormai il passo è pesantissimo.
Le gambe sono messe male e il dolore sotto al piede è sordo. Comincio a pensare a quanti
km sono ancora in grado di correre senza fermarmi e quanto tempo mi potrebbe costare questa
strategia. In Piazza Rivoli ci sarebbe la metropolitana...ma anche mille persone che urlano e incitano,
compreso un signore che anni addietro è stato mio acerrimo avversario.
Come si fa a fermarsi? Vado avanti, ma quasi in Piazza Adriano finisce la festa: si cammina.
Duecento metri e poi si riparte a completare il km.
Sembra funzionare. La claque personalizzata all'angolo di C.so Mediterraneo appare un po' delusa,
cosi decido di ripartire di corsa fino a quando sparirò dalla loro vista.
Certo che è una bella sofferenza.....
I km così percorsi valgono più o meno 5'55"...la cosa mi rincuora un po', potrei finire sotto le tre ore e 30'.
Quante gente mi supera.......
Si va così fino al 40, tra incitamenti e sguardi di disprezzo (di chi non ha mai corso in vita sua...).
GLi ultimi due, cascasse il mondo, si devono fare di corsa.
E così faccio, conscio del  fatto che i miei km finiscono sempre 100 m prima di quelli segnati a terra e che
la gara potrebbe essere più lunga ancora.
Infatti...42300 metri. Gli ultimi dei quali percorsi guardando la gente, applaudendomi  e
pensando che i portici e le piazze dove passo da una vita, a volte sbadigliando, sono i miei posti.
Quelli dove sto bene, quelli dove è giusto passare ogni volta che si corona una piccola impresa come questa.

2 commenti:

  1. Complimenti al grandissimo amico Davide!!!! Tutta Roma ha fatto il tifo per te!!!!
    Ormai a causa mia, qui ti conoscono tutti attraverso i miei racconti!!
    Sei Mitico!!!!
    Gabry da Roma

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