Questa poesia, questo susseguirsi di rime costruite su passi leggeri e veloci, questo volare dove tutti sembravano essere piegati dalla fatica....una persona era riuscita a farla vedere a tutti:
Gianni Pedrini.
L'ho visto volare da quando ho iniziato a correre, nelle categorie assolute, dai 35 fino ai 55.
Le premiazioni finivano sempre col suo nome.
Era anche l'unico momento in cui lo si vedeva, oltre al riscaldamento.....in gara era di un'altra categoria. Partivi e non lo vedevi gia più.
Però, nei cross si va a batterie e così, se mi sbrigavo ad arrivare, potevo vederlo....ed era spettacolo puro.
I ricordi migliori sono alla Pellerina.
Una volta il cross era di 10 km, massacrante.....in un'edizione fangosa se la giocò quasi fino alla fine con Cesarò, per poi superarlo in allungo passando dal lato più difficile, con il fango che arrivava fino agli stinchi (degli altri). Non ci credeva nessuno.
L'anno successivo aveva già un vantaggio enorme sul secondo.
All'ultimo passaggio sul laghetto si fermò e uscì dal percorso, come per ritirarsi.
Prese un attimo in braccio sua figlia, la strinse a se, un bacio ancora e andò a vincere.....fu una scena indimenticabile, la sua apoteosi.
Ad un campionato italiano, a Marinella di Carrara, due o tre di quelli dati per favoriti, prima della gara, stavano studiando la tattica per farlo fuori.....alla prima curva era già in testa e, più avanti, gli altri si persero le scarpe nel fango...
Mille aneddoti, mille racconti, ma credo tutti abbiano negli occhi, più di tutto, il suo passo, leggero e regale, la sua espressione, sempre con un mezzo sorriso, che aveva quando volava davanti a tutti.
E con quell'immagine penso se ne siano andati tutti quelli che ieri gli hanno tributato l'ultimo omaggio.
Campioni, campioncini, runners improvvisati e gente che, come me, ha sempre e solo sognato di fare anche solo 200 metri con il suo stile.
Mi resta una frase, carpita a lui molti anni fa...
"l'atletica finisce ai 10 km, dopo è solo culo"
Quanto avevi ragione Pedro....buon viaggio!