martedì 5 maggio 2020
è sempre un ripartire...
Oggi solo le scarpe non sono strette.
Due mesi di attività ridotta si sentono.
Si va giù, verso il ponte di Sassi.
Agli inizi, 36 years ago in questi giorni, mi fermavo a fare stretching.
Ora proseguo.
Non uso mai le cuffiette, con il rumore dell'acqua li, sarebbe uno scempio.
La bocciofila, fine del riscaldamento.
Il galoppatoio militare dismesso.
Più avanti anche le mucche.
Il manufatto con gli occhi, informalmente un 3000.
Alla diga del Pascolo si torna indietro, c'è poco tempo e pochissima autonomia.
Si corre dove il Po è larghissimo, nell'anello del malaffare.
Fino a quando i rovi non invaderanno tutto, si riesce a passare dietro al vecchio campo della Tarcisia.
Con una manata sul muro del cimitero, saluto i miei, insieme a parenti ed amici che non posso ancora passare a trovare.
Degli ultimi 2000 metri, la prima metà è in discesa.
La velocità non esiste.
Poca di solito, niente oggi.
Quando si inizia a vedere la passerella in ferro, si realizza che l'allenamento è finito.
Ma di solito non arriva mai.
Oggi è subito qua.
Non è che volessi andare alle Olimpiadi.
Volevo questi momenti.
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