mercoledì 24 aprile 2019

Il laccio blu...

Che ci faccio con questo laccio lungo al polso?
Eh, che ci faccio....è perche io ho memoria.
Perchè mi ricordo che siamo nati a poche settimane di distanza, in quella casa povera.
Poi la vita unisce, divide. La vita fa il suo.
E ci si ritrova anni dopo,  tu a dirmi che correre fa stare bene, anche se non si diventa campioni.
Certo, bella faccia a dirmelo quando facevi il giro dei due ponti di Sassi in 12' netti.
"Ecco, ti mando poi un ritaglio di giornale, domenica ci sono delle gare. Regalano anche la coppa"
A quelle gare non ci sono andato. Però intanto si correva già.
E mi ricordo dopo un po', quando con quella faccia strana, mi dicevi "ma si, dovessi ricominciare da capo fare solo più lavori veloci e magari la mia schiena se la passerebbe meglio".
Intanto provavi le transizioni e Pino ti teneva la bici, buttando gli occhi al cielo.
Per un po' di tempo, tue notizie arrivavano solo dal Piemonte Sportivo e da tuo padre.
"Quello pedala, pedala e da me viene solo a mangiare".
Si rideva.
Passava il tempo.
Ci si rincrociava ogni tanto.
"Non corro più, ma una soddisfazione vorrei togliermela"
"Quale?"
"Sai XXX XXX, che era sempre tanto bravo a prendere in giro quando avevo mal di schiena da non riuscire a camminare?"
"Certo che si..."
"Ecco, tra un paio di mesi c'è la mezza e magari gli faccio passare la voglia di fare battute"
Ci fu la mezza, ci fu 1h16',  fatto senza esagerare,  per rimanere sempre a vista e si capisse.
Io ero li, mi ricordo. Le espressioni rimangono sempre. Indelebili.
E poi ci fu di nuovo la bicicletta, le escursioni in montagna, Nikita.
Anche le mie promesse di venire a mangiare nel tuo locale, promesse che non manterrò.
Quelle pesano.
E poi una mattina di settembre, con lo zaino gia pronto per andare in montagna per una gita che non hai mai fatto.
Ecco, ora che tua mamma ha trovato il coraggio di regalarmi una cosa tua, io ho voluto un tuo laccio.
Uno di quelli alle tue scarpe quando correvi.
Ti porto in giro a correre.
Non veloce come andavi tu.
Tutt'altro, scusami.
Ora però corriamo insieme.
Questo è il mio modo di ricordarti.



Dedicato a Marco Zilla










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