venerdì 21 marzo 2014

As time goes by

Se fossi ancora in qualche modo quello che ero tempo addietro, adesso sarei qui a snocciolare
il numero di uscite, il totale dei chilometri fatti suddivisi in lavori, scarichi, fatti in salita o in discesa.
Invece, per fortuna mia e di tutti, il periodo in cui tutto doveva passare ed esssere continuamente elaborato dalla mia memoria, della quale andavo fierissimo, è quasi del tutto archiviato.
Mi trovo quindi a rendermi conto, in modo leggero leggero, del fatto che in questi periodo dovrei festeggiare la ricorrenza dei miei 30 anni di corsa.
30 anni, cazzo....un mare di tempo.....in realtà non saprei nemmeno se festeggiare o essere triste per il tempo che è passato.
E' inevitabile però fermarsi e fare qualche riflessione. Non di tipo tecnico; i risultati, che in fondo non agognavo nemmeno tanto, non sono mai arrivati. Nemmeno visti da lontano.
La domanda, che mi sono fatto spesso in questi anni, era se la corsa mi stesse dando veramente
qualcosa oppure stavo solo perdendo tempo limitandomi a mantenermi in salute.
Per molto tempo questa domanda non ha avuto risposte. Non sempre si riesce ad avere una capacità di lucida autoanalisi.
Ora però ci sto arrivando da un'altra strada, attraverso altre considerazioni.
Attaverso la corsa, ho avuto modo di parlare ed entrare in contatto con un mare di persone.
Io, di fatto, provengo da un mondo molto chiuso, sicuramente tutto cio non sarebbe stato possibile in nessun altro modo. Diciamo che le devo una bella parte della mia vita sociale.
Porto con me ricordi, parole e chiacchierate fatti in decine di allenamenti. Aneddoti, episodi.
In più frasi, sguardi e discorsi di altre persone che, sapendo che io ero "quello che corre", via via si avvicinavano per fare domande, per capire o per giudicare chi aveva una passione che non concepivano.
E' servito, è servito anche quello. In particolare per capire che si poteva stare benissimo coltivando un hobby che non fosse necessariamente il massimo della popolarità, per non seguire il vento.
Ora, a distanza di anni, a volte il vento sono io, qualcuno mi segue e guardo con malcelato orgoglio quelle poche persone che, convinte da me, ogni tanto escono a correre e sono felici.
Sarebbe bello ringraziarla tutta questa gente che mi ha dato e continua a darmi parte di se e della propria vita smozzicando parole con il fiato corto. In fondo un blog dovrebbe servire anche a quello.
Penso di poterlo fare comunque, nonostante il semianonimato in cui tengo questo spazio.
Ho già in mente qualche racconto, in cui non scriverò nomi. In fondo di materiale ne ho raccolto tanto.
Prima di iniziare i prossimi trent'anni, e chiedendo di nuovo scusa per chi dovrà fare i conti con il mio fare logorroico, mi sembra bello  fare l'unica eccezione e dedicare questo post and un ragazzo, un amico, con il quale si battagliava in gara. Lui era uno bravo, in tutto. A correre invece era più meno come me, ma gli piaceva e non si tirava indietro. Mai, per principio. La passione lo guidava.
Ricordo  di avere corso con lui, all'ultimo sangue, un cross a Chieri, molti anni fa.
Una delle gare più tirate della mia vita e, alla fine....ultimo  e penultimo di categoria...ma quanto ci eravamo divertiti........
Ciao Andrea Parola, continuo a correre anche per te.


martedì 11 marzo 2014

Un volo di quasi 5 anni...

Poeticamente lo si potrebbe descrivere così, modi migliori non ne trovo.
Si , forse anche " 5 anni di libera uscita" poteva andare bene, ma il fatto è che ieri mi sono
sentito come chi atterra dopo essere stato in aria per un po' di tempo.
Il volo si riferisce a tutto il tempo durante il quale sono riuscito a correre ad una velocità
un po' superiore a quella che avevo sempre tenuto.
L'atterraggio invece avviene al momento della presa di coscienza definitiva del fatto che quel periodo è ormai passato. Come dire che erano mesi che non andavo più, ma ieri me ne sono accorto
proprio bene.
Dispiace solo un po' il fato che tutto ciò sia avvenuto in concomitanza di una gara che in cuor mio adoro, ma questo forse non è un male.
Certo che "mettere la freccia" per fermarsi al km 3,5 di una gara che stavo affrontando a bassa velocità non ha granchè di epico, ma almeno mi da l'occasione di proseguire la stagione ( e la vita di corsa in generale) in modo più sereno. Niente rimpianti , niente delusione.
La corsa è questo e allenandosi poco e male si va avanti poco o niente.
E' stato bello correre per anni guardando la prima cifra del km appena percorso che iniziava sempre per "3".....adesso dovrò vivere di altre soddisfazioni.....ma io, in un modo o nell'altro, mi arrangio :-)

mercoledì 5 marzo 2014

Gli anni del boom.....

Ci pensavo stasera.
Il tratto sul fiume che da sempre uso per le ripetute, una volta ero solito chiamarlo: "il mille del boom"
tutto questo nasceva da un fatto tragico: lo scoppio di un palazzo in una via molto vicina.
C'erano stati morti e feriti, io quel botto a 30 e passa anni di distanza me lo ricordo ancora bene.
Tornando in topic, quello era il tratto nel quale per anni, cercando di compiere chissà quali imprese nelle ripetute, finivo regolarmente per scoppiare. Boom...appunto.
Furono anni di soddisfazioni (magre), ma anche di interruzioni a metà, rantoli, parolacce gridate al vento quando il mille non riusciva bene, di calcoli su quanto potevo allungare il recupero senza sballare del tutto l'allenamento.
Effettivamente percorrere quel tratto col cuore in gola era arrivato a pesarmi un po' e infatti, da molto, lì non facevo più ripetute.
Però stasera ci ho riprovato e la cosa non è stata spiacevole.
Solo dei 500 al posto dei 1000 e sono ancora tornato a scoppiare all'ottavo di dieci previsti.
Boom , di nuovo. Come una volta. Provando la stessa elettricità e la stessa voglia di provare a finirli la prossima volta.....solo 30 secondi al km più piano (...e vabbè....)
Ecco.....almeno sotto questo aspetto, gli anni del boom non sono ancora passati.
Si può continuare ;-)